Aggiornato il: 31 Gennaio 2023
Pubblicato il: 27 Giugno 2018
Siamo sempre stati meravigliati dal gigantesco mondo della moda.
E chi non lo è, direte voi!
No, non stiamo parlando solo di passerelle. È da un po’ di tempo che questo piacere si unisce al nostro dovere di comunicatori e ci chiediamo: cosa può nascere dall’unione tra marketing e cultura?
Questa volta non sono stati il lusso e la creatività a farci brillare gli occhi, ma l’abilità comunicativa di due marchi come Gucci e Prada. Mettendo su un piedistallo l’arte e la cultura.
L’arte da sempre è il mezzo di comunicazione per eccellenza. E siccome squadra vincente non si cambia, perché cominciare adesso?
Con l’arte da secoli si raccontano storie e si trasmettono messaggi, ma proprio a tutti, non solo a pochi eletti!
Due marchi come Gucci e Prada hanno abbracciato proprio questo canale comunicativo conosciuto da secoli.
Copiare avrebbe significato scadere nella banalità. Invece la lungimiranza del marketing li ha salvati da questa triste fine, accostando all’arte il potere e la velocità del mondo digitale.
Dice il saggio:
“Anche i mezzi più potenti del passato devono fare i conti con il presente”
Non serve certo un genio per capire quanto oggi l’attenzione sia sfuggente e la dinamicità sia una regola.
Ma due colossi come Gucci e Prada mica potevano fermarsi qui! Da questa sfida è nata una strategia di marketing davvero extra-ordinaria.
Il passo tra lusso e arte è breve.
A giocare questo duello sono stati principalmente due attori: il mito dell’irraggiungibile e il sogno dell’universalità.
Anche i due brand della moda italiana – come tutti, rassicuriamoci – si sono dovuti scontrare con il fatto che la comunicazione oggi si gioca con la massa. Tutti possono inviare e ricevere input da tantissimi canali e dispositivi, tutti sono costantemente connessi e tutti sono alla continua ricerca della novità e dell’esclusività.
La soluzione? Talmente ovvia quanto difficile da imporre nel settore: hanno scardinato la vecchia concezione di lusso come soglia accessibile a pochi eletti, preferendole una versione più popolare e inclusiva.
Il lusso, sul web, è per tutti: questa la nuova strategia di Gucci.
Da quando alla guida c’è Alessandro Michele, Gucci ha cambiato la sua estetica di brand. Look, immagine, collezioni e prodotti sono andati verso una graduale diversificazione.
Il pubblico chiede maggiore vicinanza e l’annullamento del distacco che gli strumenti digitali stanno frantumando in tutti i settori?
Gucci risponde a suon di e-commerce, sito web e social network.
Il primo mezzo ad essere chiamato in causa è stato decisamente l’e-commerce. Da quando è stato introdotto, il marchio di moda ha registrato un +86% di vendite (fonte: Bennewitz S. (2017) “La Gucci dei record sta per superare anche Hermés”, Repubblica ).
Giusto per non far sentire troppo solo questo nuovo vincitore, ecco che il marchio gli ha subito accostato un compagno ideale: un sito web totalmente rivisitato in chiave user e mobile friendly.
Ora che questo medium è più vicino alle persone, il traffico è più che raddoppiato (+150%)!
Non vorremo mica lasciare fuori i social network, non è vero?
Sia mai! Ecco una bella novità anche su questi canali, soprattutto nell’utilizzo inedito di Instagram.
A volte il nostro compito è anche questo. E Gucci non si è certo lasciato sfuggire l’occasione!
Instagram è diventato una risorsa per scovare i giovani artisti più interessanti del panorama mondiale.
A che pro? Per coinvolgerli nell’immagine delle nuove collezioni, attraverso una comunicazione attiva.
E fu così che dalla moda si passò all’arte.
E dall’arte alla comunicazione.
Artiste come la spagnola Coco Capitàn, l’illustratrice inglese Angelica Hicks e la statunitense Jayde Fish sono state protagoniste di un progetto di marketing magistralmente orchestrato. Lanciate nel magico mondo di stoffe e decorazioni delle nuove collezioni hanno potuto dare davvero il meglio di sé!
Ma la magia non si ferma certo qua, grazie al genio del direttore Alessandro Michele.
Con il progetto ArtWall, la Maison italiana ha portato le opere di queste artiste sui muri delle metropoli di tutto il mondo.
La moda firmata Gucci è diventata parte integrante della vita delle persone, online e offline.
Guerrilla Marketing? Noi la chiamiamo geniale iniziativa di comunicazione integrata.
Distribuendo le opere dalle passerelle alle grandi città, Gucci ha parlato a tutti del suo forte legame con l’arte. E soprattutto ha dato un forte valore culturale alle sue collezioni, che oggi lo custodiscono gelosamente.
Anche Prada si è saputa confrontare con il mondo artistico, forse in modo anche più provocante e sbarazzino.
Nella collezione Primavera-Estate 2018 del brand sono comparsi dei protagonisti inaspettati: i fumetti.
È sorprendente come un altro mezzo di comunicazione così immediato e popolare sia stato preso a modello per la creazione di un’intera collezione di moda! Sorprendente non tanto perché innovativo – sempre di arte stiamo parlando – ma perché avvicina ancora di più i confini della moda e quelli del pubblico e della massa.
Potremmo scavare ancora molto nelle strategie di questi due brand, ma una cosa è chiara: il digitale è una chiave di volta nella creazione di legame tra brand e le loro “community”.
Non confondiamoci, i grandi brand del lusso rimangano ancora vicini ad azioni di marketing tradizionale come le sponsorizzazioni di personaggi famosi o iniziative più d’avanguardia come la partecipazione al restauro di antichi arazzi (citiamo quello di Gucci a Palazzo Vecchio, Firenze) o l’organizzazione di mostre d’arte cinematografiche e fotografiche negli spazi privati dei grandi marchi.
Ma la rivoluzione sta arrivando: “la creatività spesso nasce e trova la sua voce nei mezzi digitali, fonte vitale della nuova cultura visiva” (Alessandro Michele).
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