Aggiornato il: 2 Febbraio 2024
Pubblicato il: 9 Dicembre 2019
All’inizio sembra uno scoglio, ma con un piano diventa tutto più semplice, anche gestire i commenti negativi sui social.
In questo articolo parliamo di come gestire la crisi sui social media a partire proprio dai commenti negativi.
Non serve a molto aprire l’ombrello quando piove da tre ore e siete già zuppi.
Con le crisi sui social funziona allo stesso modo.
Dato che stiamo parlando di un momento traumatico della vita aziendale, è meglio essere diretti.
Il piano di crisis management social è un documento che stabilisce, in caso di commenti negativi, chi deve fare cosa, e come deve farlo.
E’ il vostro strumento di gestione dei commenti numero uno.
Il documento identifica per ogni figura aziendale interessata, il comportamento da assumere sui social dal momento della crisi fino alla sua risoluzione, e nei tempi immediatamente successivi.
Con comportamento intendiamo il tono da tenere, il tipo di comunicazione da veicolare, le precedenze da dare.
In altre parole, è coinvolta tutta la filiera della pubblicazione online.
Un documento completo di gestione della crisi dovrebbe contenere:
Come si arriva a un piano perfetto? Simulando la situazione di crisi.
In questo modo potrete affinare il documento, ma anche far capire ai vostri collaboratori cosa può succedere.
Un consiglio? Mettete alla prova il piano simulando una crisi social con dei commenti negativi particolarmente pericolosi.
E’ una delle attività base di ogni buon social media manager, che se ne occupa quotidianamente.
Vanno tenuti sotto controllo
Non tutte le crisi nascono uguali.
Il social media manager ha il compito di integrare nel piano di crisis management una scala di valutazione. Per spiegarvi cosa intendiamo, ecco un esempio:
Numero di menzioni negative | Azione da intraprendere |
<5 menzioni negative all’ora | Monitoraggio più attento |
>5 menzioni negative all’ora | Allerta delle figure che saranno responsabili della gestione di un’eventuale crisi |
>10 menzioni negative all’ora per più di tre ore consecutive | Scatta l’allarme, e viene messo in atto il piano di gestione. PS: non importa se è il weekend |
Occhio che non è passata.
Se il mare è calmo dopo la tempesta, non significa che potete salpare di nuovo in tutta sicurezza.
O meglio, lo potete fare con le dovute attenzioni.
Spesso una crisi social lascia dei nervi scoperti tra gli utenti. Aggiungete il fatto che internet non perdona, e che qualunque malefatta possiate aver fatto (mi riferisco soprattutto ai commenti e ai post cancellati) probabilmente sarà stata screenshottata da qualcuno.
Se avete appena superato una crisi social e il vostro calendario editoriale ha in programma un #throwbackthursday (post che evoca un momento passato) divertente e sbarazzino: aspettate.
Quello dei social è un mondo complesso. Il modo migliore per affrontarlo senza intoppi è di non farlo da soli.
La gestione ottimale dei canali social aziendali si ottiene coinvolgendo figure professionali specializzate: un copywriter per la stesura dei contenuti e la redazione del piano editoriale, un grafico (meglio se versato in videomaking), un analista che sia a suo agio con le statistiche, un community manager scaltro.
La preparazione di un piano di crisis management social magari può sembrarvi complessa.
Al bando le preoccupazioni: abbiamo creato uno schema che vi aiuterà a crearlo. Per scaricarlo compilate il form qui sotto!
DEFINIZIONI
Flame: un messaggio particolarmente ostile lanciato da un membro di una community (social, newsgroup, mailing list, blog o forum) contro un altro utente. In genere ne consegue una flame war, cioè uno scambio di insulti. Una vera e propria rissa.
Netiquette: l’insieme di regole informali che si dovrebbero rispettare nel rapportarsi con altri utenti di chat, social network, gruppi di discussione e via dicendo. Non esistono leggi che le definiscono (né sanzionano), ma alle volte sono richiamate dai provider dei servizi.
Haters, troll: i “mostri” che si aggirano nel web, e che provano un gusto particolare nel creare polemiche, contrasti e flame war.
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Social media management e gestione dei commenti negativi
Non vi preoccupate, queste cose succedono – anzi, sono all’ordine del giorno.
Quel che dovete sapere, però, è che il social media manager di oggi deve avere nel suo arsenale una nuova competenza: la gestione della crisi (nota anche come social crisis management).
Oggi gestire un commento negativo fa davvero paura – e a ragione. Questo non solo per un generico e umanissimo timore di fare figuracce che possono trasformarsi in dannosi attacchi alla reputazione dell’azienda. E’ anche la consapevolezza che, nel tentativo di occultarlo, si rischia di peggiorare le cose.
Molto spesso è peggio la toppa che lo strappo, come si direbbe in Veneto.
Internet è pieno zeppo di fallimenti nella gestione della crisi sui social. I social media epic fail sono ormai spettacoli da popcorn e divano.
E nell’epoca del politicamente corretto e dei leoni da tastiera, sarebbe ingenuo pensare di avere un profilo social sempre e per sempre privo di polemiche, risse e flame.
Come limitare i danni dei commenti negativi?
Nello stesso modo in cui si risolve tutto: con un un piano nella manica.