Aggiornato il: 30 Aprile 2024
Pubblicato il: 9 Aprile 2020
Agli albori del blogging, tutto era più semplice.
Il nostro protagonista avrebbe scelto una piattaforma di blogging (come il compianto Splinder, Livejournal, Altervista, Blogspot, Tiscali blog…). Avrebbe aperto un account, scelto il nome del blog, navigato tra quattro temi grafici, et voilà: blog aperto, pronto per la pubblicazione.
Stiamo parlando dei primissimi anni 2000: il momento in cui i blog si sono diffusi anche nel nostro paese. Si è trattato all’inizio di un fenomeno che potremmo definire “passionale”. Abbondavano infatti i blog amatoriali che trattavano hobby anche molto circoscritti, si parlava di libri, musica e fumetti, era pieno di aspiranti scrittori, e trovavi anche dei veri e propri “sfogatoi” personali.
Ora la situazione è cambiata, e il nostro blogger vecchio stile deve confrontarsi con mille problematiche diverse, che apparentemente hanno poco a che fare con la scrittura.
Dovrebbe cercare il plugin migliore per gestire il modulo d’iscrizione alla newsletter. Dovrebbe fare delle ricerche di parole chiave. Dovrebbe tenere d’occhio la produzione di articoli dei suoi competitor. Dovrebbe imparare a usare il comando Salva per web di Photoshop, a scrivere i tag title e meta description degli articoli, a migliorare la velocità delle pagine su mobile. E il pannello di controllo dell’affiliazione che ha scelto.
La frase “il blogging nel 2020 è cambiato” non ha bisogno di essere corroborata da altri esempi. Questi sono degli utili consigli su come gestire un blog in modo professionale.
Proprio così: al giorno d’oggi il blog è più vicino a un magazine tradizionale che a una distesa di pagine vuote da riempire con tutto quello che vogliamo, magari in maniera un po’ schizofrenica.
Un articolo al mese fino a maggio, poi niente perché c’è da studiare per gli esami, poi un articolo striminzito prima di partire per la Spagna, poi chi lo sa.
Il protagonista della nostra introduzione, nel 2001, avrebbe gestito il suo blog in questo modo.
Ora anche per i blog si parla di progetti editoriali.
Per essere dei blogger professionisti – e sfruttare appieno le possibilità offerte da questa nuova professione – ci vuole tecnica, competenza, organizzazione e prospettiva.
Ci vuole un progetto.
Una volta deciso in quale nicchia volete posizionarvi (tentando di mediare tra quello di cui sapete scrivere, e quello che può interessare ad un pubblico), vi dovrete guardare attorno – virtualmente parlando.
Dovrete prima di tutto pensare a quale sarà il vostro pubblico principale. Costruire delle reader persona vi sarà di grande aiuto per poi decidere la linea comunicativa da adottare. Cioè per rispondere a queste domande:
In questo passaggio è utile anche osservare come si comportano i competitor, cioè i blog della nostra stessa nicchia: vedere che temi trattano, come scrivono gli articoli, cosa chiedono i commentatori.
Guardate i grandi nomi (avete intenzione di aprire un blog di cucina? Via a studiare Giallozafferano!) ma anche i blog più piccoli ma ben posizionati: c’è molto da imparare anche da loro.
A questo punto vi serve il blog vero e proprio.
Tagliamo la testa al toro: aprite un account su wordpress.org o installate WordPress sul vostro sito, configuratelo e personalizzatelo, e ci siete.
Ovviamente esistono diversi altri CMS, ma WordPress – grazie alla gamma infinita di plugin esistenti e alla semplicità d’uso – permette di fare davvero tutto: e di farlo come lo volete voi.
WordPress inoltre agevola molto il lavoro di ottimizzazione SEO.
Inutile nasconderlo: volete essere trovati e letti. Perché questo succeda, è necessario che il blog venga indicizzato dai motori di ricerca – possibilmente in buona posizione – perché gli articoli vengano restituiti a chi cerca informazioni sugli argomenti che trattano.
Benvenuti nel dominio della SEO, la Search Engine Optimization. La SEO è l’insieme di operazioni da fare (è un imperativo) per facilitare il compito ai crawler di Google e degli altri motori di ricerca.
Senza andare troppo in profondità – sulla SEO si scrivono libri voluminosi – diciamo che si divide principalmente in due macroaree:
A queste si aggiunge la link building, che è un po’ un mondo a parte.
Alla base dell’ottimizzazione SEO c’è la ricerca di keyword, che vi restituirà un elenco di parole chiave con il quale
Avete il blog in WordPress, avete l’elenco di parole chiave. Vi serve ora un piano editoriale, con il quale decidere a livello pratico che articoli scrivere.
Il piano editoriale funziona al meglio quando è abbinato a un calendario editoriale: il documento che “posiziona” nel tempo i contenuti che scriviamo, e che ci aiuta a ricordare ogni singola scadenza.
E siccome il vostro obiettivo – lo ripetiamo – è quello di essere letti, vi conviene scegliere una o più piattaforme social e, partendo dai contenuti che pubblicate nel blog, redigere un piano editoriale social.
Con il brief degli articoli – anche se sintetico – vi comportate più come un’agenzia di comunicazione che come un blogger amatoriale.
Il brief di un articolo riassume tutto quello che serve per redigere un articolo nel modo corretto:
Nota bene: se il vostro blog sta crescendo e vi trovate nella necessità di avere un collaboratore che vi aiuti nella redazione degli articoli, il brief vi sarà utile per trasferire con chiarezza obiettivi e informazioni.
Finalmente… si scrive!
La redazione di un buon articolo è in parte tecnica di scrittura e in parte accorgimenti tecnici, in particolare per quanto riguarda la struttura delle informazioni.
Esistono diversi modi per organizzare il flusso della informazioni che vengono esposte in un articolo, e le scuole di pensiero – i vari “professionisti del blogging” – faranno del loro meglio per tirare acqua alla loro versione di Come scrivere l’articolo perfetto.
A questo riguardo abbiamo preparato una guida chiara e semplice alla redazione di un contenuto online che funzioni.
Manca davvero poco al momento in cui potrete premere il fatidico pulsante “Pubblica” di WordPress.
Finalmente.
Potete ora copiare il vostro articolo (se l’avete scritto con un editor di testo) e incollarlo all’interno di WordPress dopo aver creato un nuovo post. A questo punto si applica la formattazione, si inseriscono e le immagini e gli altri contenuti multimediali, e (quasi) ci siamo.
Riservate particolare attenzione agli header – i titoli dei paragrafi, che spesso vengono scombinati da Word, o addirittura ignorati nel passaggio da altri editor.
Una volta formattato l’articolo, andrete a inserire la keyword principale nell’apposito campo del plugin Yoast SEO. Benvenuti nell’ossessione del “semaforo verde”!
Per farla breve: gli indicatori (i semafori) e i suggerimenti di Yoast SEO vi guidano verso una buona ottimizzazione dell’articolo per la SEO.
Un consiglio: vagliate tutti i suggerimenti che il plugin vi dà, perché spesso sono più che altro di ordine statistico e non è il caso di impazzire per rispettarli. Sono ottime indicazioni, ma non sono la legge.
Al monitoraggio del blog abbiamo dedicato un lungo articolo.
I vostri articoli non meritano di essere lasciati soli soletti nel mare di informazioni del web. Analizzando le statistiche (potete utilizzare la nostra guida per installare e configurare Google Analytics) sarete in grado di verificare quali articoli attirano traffico e quali no, quali articoli vengono letti nella loro interezza e da quali i lettori fuggono dopo poche righe.
In questo modo vi sarà possibile modulare la vostra attività di blogger per fornire contenuti sempre migliori, che intercettino il desiderio di informazioni dei lettori e che, alla fine, vi permettano di monetizzare la vostra attività di blogging.
Nell’era digitale non c’è limite agli attrezzi che potete infilare nella vostra cassetta virtuale, ma se siete blogger alle prime armi vi consigliamo di non farvi prendere la mano (è molto facile) e di limitarvi ai fondamentali.
Scrivere in genere non è facile, ma la situazione si complica quando vogliamo scrivere in modo professionale per un blog. Considerazioni di leggibilità e strategia rendono il mestiere del blogger tutt’altro che banale.
Per partire con il piede giusto ci sono i nostri corsi di WordPress e SEO, che vi guideranno passo passo ad acquisire tutte le competenze che vi servono per mettere a frutto il vostro blogging.
Plugin: elementi di software che si installano (in questo caso) nel CMS per aggiungere funzionalità specifiche o potenziare quelle esistenti.
Reader persona: è la rappresentazione del lettore ideale al quale ci si rivolge. Il “lettore di riferimento” non solo ci aiuta a decidere lo stile della scrittura con la quale realizzare i nostri post, ma guida la scelta stessa dei contenuti da proporre.
CMS: il content management system è un’applicazione che permette di inserire, gestire, modificare e ottimizzare i contenuti di un sito web.
Crawler: sono software automatizzati che analizzano la struttura dei contenuti online e, seguendo i link che trovano nelle pagine, costruiscono una vera e propria mappa del web. E’ grazie a loro che i motori di ricerca possano restituire le risposte corrette alle domande degli utenti.
Link building: la costruzione di una rete di link che da altri siti puntano al nostro, in modo da aumentare il traffico in entrata. È una specializzazione – anche a livello professionale – della SEO.
Monetizzare: ottenere un guadagno da uno strumento o da una strategia. Ad esempio, in questo caso, indirizzare chi legge l’articolo a cliccare un link in affiliazione, attraverso il quale riceveremo un compenso.
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