Aggiornato il: 10 Novembre 2023
Pubblicato il: 6 Maggio 2022
La cipolla è un’altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
Fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.
(…)
La cipolla, Wislawa Szymborska
Quello che potete leggere qui sopra è uno splendido estratto di una splendida poesia di Wislawa Szymborska, poetessa polacca contemporanea. L’abbiamo scelto perché in questo articolo parleremo dell’uso della punteggiatura.
Ehi, ehi, ehi, interessa anche a voi che non lavorate nella scrittura professionale.
Ci tenete a scrivere email o messaggi che colpiscano i vostri clienti o che semplicemente facciano capire che siete dei professionisti che si sanno esprimere? Allora vi sarà utile questo approfondimento su come usare la punteggiatura.
Prima di iniziare vogliamo fare un esperimento.
Prendete la porzione di poesia che trovate qui sopra. Vedete com’è elegante l’uso dei punti e delle virgole? Provate a togliere questi preziosi amuleti di ritmo e senso: vi sentirete improvvisamente persi in mezzo ad un goffo potpourri di parole assemblate.
Senza punteggiatura si scollano le parole, e con loro il senso di ciò che stiamo leggendo. Come una sedia a cui si svitano le gambe.
La punteggiatura serve per dare ritmo alle frasi e agevola la lettura, perché indica alla nostra mente e alla nostra voce di fare una pausa. Questa pausa è richiesta dal senso del testo, che può andare in una direzione piuttosto che un’altra proprio grazie all’uso della punteggiatura.
L’uso della punteggiatura ci aiuta anche a sostituire la gestualità e le espressioni del volto, tanto che oggi si parla di oralità scritta – soprattutto nei social o nelle app di messaggistica istantanea.
I segni di interpunzione più utilizzati sono:
il punto e virgola -> indica uno stacco intermedio tra due frasi che, a livello logico, appartengono allo stesso periodo
i due punti -> simbolo di eccezionale polifunzionalità. Hanno una funzione principalmente esplicativa (ma possono essere usati anche per altri scopi, soprattutto nei titoli), sono di impatto e favoriscono la leggibilità
i puntini di sospensione -> attenzione, i puntini di sospensione sono solo 3, non di più!!! (Sì, qui ci volevano 4 punti esclamativi). Lasciano in sospeso la frase, perciò consigliamo di usarli con parsimonia: lasciare a mezz’aria una storia o un argomento non sempre è buona cosa, fa quasi percepire un lavoro non finito
il punto di domanda -> viene molto utilizzato nei titoli, perché richiama in un certo senso la lingua parlata e riesce a catturare l’attenzione delle persone
il punto esclamativo -> denota enfasi ed è molto presente nelle conversazioni informali, soprattutto negli scambi a tu per tu. Nei testi più istituzionali è sconsigliato, perché un buon mix di parole non ha bisogno dell’enfasi di un punto esclamativo per essere valorizzato
i trattini e le parentesi -> hanno lo scopo di dare delle informazioni complementari o esplicative, incorniciando un elemento in mezzo ad una frase
il trattino lungo -> serve per separare un concetto incluso all’interno della frase e che verrà seguito da un punto
il trattino breve -> serve per unire un concetto ad un frase
le parentesi quadre -> simili alle parentesi tonde, ma più nette. Oggi vengono utilizzate in molti modi creativi; ad esempio possono indicare una battuta, un commento di chi sta scrivendo, un tag
le virgolette -> servono per indicare la polisemia o l’uso improprio di una parola, una licenza poetica. Anche qui raccomandiamo un uso parsimonioso, perché le virgolette tradiscono insicurezza da parte di chi scrive, fanno capire la paura di non essere capiti e peccano di troppa prudenza
Che dire di >, che ormai nei nostri siti web è diventato simbolo di un invito all’azione?
C’è chi dice che anche lo spazio bianco è un segno di interpunzione, perché è una delle pause più nobili: segnala la fine di un paragrafo, l’unità di misura più importante dei testi online.
Ci uniamo anche noi a questo filone di pensiero, che ci piace davvero molto.
L’uso della punteggiatura è sacro, nobile, accademico. È normale avere un timore quasi reverenziale nei confronti di questa materia.
Ci sono delle regole di punteggiatura che indubbiamente vanno rispettate, come ad esempio la maiuscola dopo il punto, ma le possibilità di utilizzare questi segni in modo creativo sono davvero infinite (ok, non esageriamo – quasi infinite). Quel che vi vogliamo dire è che ognuno può e deve trovare un suo stile.
Noi, ad esempio, siamo amanti delle frasi brevi e del ritmo serrato che può essere creato da una serie di punti o virgole ravvicinate, perché ci piacciono i testi asciutti, incisivi, veloci. Che suonano come una marcia. E poi abbiamo un grosso debole per i due punti, perché hanno un grandissimo potere di sintesi.
Magari voi non siete tipi/e da parole in marcia, perché preferite le passeggiate dal ritmo dolce, le frasi che si allungano e stiracchiano per districare le maglie di concetti.
Non c’è una versione del tutto giusta o sbagliata quando si parla di come usare la punteggiatura. C’è solo la consapevolezza degli strumenti che si hanno per le mani.
Più acquisite dimestichezza con la punteggiatura, più potrete sfruttarla a vostro piacimento per sviluppare uno stile riconoscibile, il vostro.
Divertitevi a montare e smontare i vostri testi! Oppure potete rompere il ghiaccio semplicemente rileggendo questo articolo, per osservare come abbiamo scelto di usare la punteggiatura. Cosa riuscirete a notare? Siamo curiosi.
La cipolla è un’altra cosa: interiora non ne ha.
Completamente cipolla. Fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori. Cipollosa fino al cuore.
Potrebbe guardarsi dentro, senza provare timore.
(…)
La cipolla, Wislawa Szymborska – punteggiatura rimaneggiata
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