Lavori su ciò che conta o tanto per fare qualcosa?

Se mi chiedessero qual è la più grande virtù di un imprenditore, la risposta che darei oggi sarebbe:

saper trovare il tempo per le cose che contano.

Va un po’ contro l’inossidabile mentalità dell’imprenditore veneto old-school. Però che senso ha lavorare tanto per fare?

Qualche giorno fa sono stato da un cliente per un’assistenza tecnica. Un lavoro che di solito non compete a me, ma era ritenuto necessario per sbloccare la situazione.
Appuntamento richiesto dal cliente, urgente e fondamentale, con giorno e orario concordati. Arrivo insieme ai colleghi, ma non era stata preparata nessuna postazione per lavorare e abbiamo passato mezz’ora ad aspettare un momento libero, senza loro telefonate.

Alla fine ci abbiamo messo 1h in più del previsto, perché nonostante l’urgenza per un’attività che avrebbe fatto risparmiare ORE di lavoro ogni giorno, il nostro cliente ha fatto altro per tutto il tempo, lasciandoci davanti ad uno schermo in attesa dell’inserimento di una password.

Cosa è stato fatto nel concreto dal cliente in quest’ora e mezza?

Niente. Tutte cose posticipabili, a bassissimo valore aziendale. Ma il non farle sembrava equivalere a non lavorare.

Questa è una situazione che osserviamo piuttosto spesso e che in BFENTERPRISE cerchiamo di combattere con costanza.

Sintetizzo.
Se l’ora di lavoro:

• non porta guadagno all’azienda, o ne porta troppo poco (magari diventa oggetto della prossima newsletter)
• non genera soddisfazione
• non crea valore nel medio/lungo termine

…chiediamoci se ha senso farla, riflettiamo sul cosa ci ha portato a questo punto.

Lavorare tanto per lavorare, con i cambi del mercato degli ultimi 2 decenni, ha ancora senso?

A voi le riflessioni.

Un caro saluto,
Filippo