Aggiornato il: 15 Maggio 2024
Pubblicato il: 7 Gennaio 2022
È da tempo che ci frulla in testa l’idea di riassumere in un articolo tutti i nostri consigli su come gestire Google Ads. Non volevamo consigli teorici e sommari che nella pratica sono difficili da applicare, ma solo quelli che sono frutto di ciò che noi stessi mettiamo in pratica. Vi diamo consigli Google Ads perché lo usiamo attivamente per BFENTERPRISE, oltre che per i clienti.
Da questa idea è venuta fuori una checklist furba per la pubblicità sulla rete di ricerca. Speriamo possa esservi utile.
In questa fase dobbiamo sapere cosa vogliamo ottenere, chi vogliamo intercettare e come. Dopodiché dividiamo ogni campagna per ogni scopo o macro categorizzazione dei servizi.
Perché così ogni campagna può avere un budget dedicato, una strategia di offerta dedicata, località e altre impostazioni dedicate. Non tutte le campagne hanno la stessa organizzazione, anche se lavorano per il medesimo obiettivo.
Grazie a questa organizzazione, se dovessimo riservare del budget per un periodo clou, potremmo stoppare i servizi secondari e aumentare il budget per le altre campagne.
Infine, con questo metodo riuscirete a semplificare in modo considerevole il lavoro successivo.
Non abbiamo consigli assoluti da darvi sulla ricerca delle parole chiave: le direttive sono sempre le stesse e gli strumenti li conoscete. L’accorgimento che consigliamo di adottare è questo: in fase di lancio/avvio dell’attività online, evitiamo i modificatori di ricerca e lasciamo le parole a corrispondenza generica, per raccogliere più dati possibili. Man mano che si strutturano le campagne, oltre ad un’eventuale evoluzione delle campagne stesse, possiamo iniziare ad utilizzare delle parole chiave con corrispondenza a frase o esatta, perché sappiamo quali ricerche vogliamo escludere. Ovvero, abbiamo dati sul traffico originato delle ricerche, e sappiamo che alcune ora sono solo uno spreco di budget, quindi con i modificatori di ricerca, dove lo riteniamo opportuno, possiamo limitare i gruppi di annunci per dirottare il traffico sporco o contatti poco qualificati.
per la campagna del doposcuola di cui sopra, dedicata alle ripetizioni di una singola materia. Prendendo in considerazione “matematica”, avremmo:
Successivamente l’annuncio potrebbe contenere solamente “ripetizioni matematica”, perché potremmo aver visto che tutte le ricerche di interesse sono originate da questa base. Questa operazione di revisione va affiancata ad un’analisi sulle parole chiave da escludere.
Non abbiate paura di essere troppo generici, perché un’attività in partenza che non ha dati di appoggio pregressi. Sicuramente ci serve per attirare conversioni, ma lo scopo principale dev’essere quello di raccogliere dati per una campagna più strutturata.
Solo in una seconda fase, con delle campagne strutturate, possiamo ragionare con cognizione di causa su aspetti come il ritorno dell’investimento, l’esperienza sulla pagina di destinazione e via dicendo.
In questa sede parliamo degli annunci adattabili della rete di ricerca, ma la riflessione può essere facilmente estesa ad altre tipologie di annuncio. A meno che non stiamo facendo una campagna di brand protection, in cui scrivere nei titoli i nomi dei competitor come parole chiave è piuttosto difficile, curiamo l’annuncio per farlo arrivare il più possibile vicino alla qualità eccellente. In questo modo Google Ads ci dà la possibilità di farci apparire il più possibile nelle ricerche, e inoltre i nostri ragionamenti possono concentrarsi su budget, parole chiave e strategia, piuttosto che sui tecnicismi dello strumento.
Detto ciò, nei titoli cerchiamo di utilizzare tutte le parole chiave del gruppo di annunci preso in considerazione. Usiamo questi titoli per aggiungere call to action che si avvicinano all’intenzione di ricerca del possibile utente.
-> Esempio per l’impresa di pulizie: richiedi preventivo, prenota sopralluogo gratuito.
-> Esempio per il doposcuola: scopri gli orari, parla con insegnante, scopri i prezzi.
Usiamo le descrizioni (tutte e 4) per approfondire l’intenzione di ricerca dell’utente e cerchiamo di inserire anche qui qualche parola chiave del gruppo di annunci.
In questo articolo non approfondiremo le estensioni degli annunci, ma il consiglio di base è che tutto ciò che possiamo attivare come estensione, va attivato.
Che sia la home del sito, una pagina interna o una pagina ex novo dedicata ad un’offerta o servizio preciso, il ragionamento è sempre lo stesso. Lo riassumiamo in 3 regole d’oro da seguire:
Le azioni di tracciamento delle conversioni sono fondamentali perché ci permettono di capire quali forme di contatto funzionano più di altre, e di qualificare il lead.
Grazie al monitoraggio, abbiamo scoperto che i contatti ricevuti tramite pulsante Whatsapp facevano perdere molto tempo e avevano un tasso di chiusura più basso rispetto ai contatti che compilano il form per chiedere un appuntamento. Di conseguenza, la modalità di conversione che abbiamo lasciato nella pagina di destinazione è quella del form per prendere appuntamento.
Vi suggeriamo di aggiungere anche altre conversioni “secondarie”, come ad esempio il tracciamento di chi naviga nelle pagine del sito, o di chi rimane sulla pagina più di 30 secondi. Il tracciamento delle conversioni ci permette di scegliere strategie di offerte sulle campagne per le conversioni, e addirittura di impostare costi predefiniti di conversione. Senza monitoraggio delle conversioni, Google Ads non ha elementi significativi per apprendere come sta andando l’attività di promozione.
Ecco a voi la nostra checklist. Fatene buon uso!
Giungiamo alla fine di questo articolo augurandoci che, anche grazie ai nostri consigli adwords (o consigli Google ADS se preferite), possiate avere sempre più controllo sul lavoro che fate con questo potentissimo strumento, a partire dai principi base di Google Ads.
Tuttavia, se vi dovessero interessare i nostri servizi di gestione delle campagne, o il nostro corso Google Ads individuale, siamo qui a vostra disposizione!
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